
Che cos’è l’architettura bioclimatica
In questo momento storico, in cui la consapevolezza dei cambiamenti climatici è sempre più forte, i progettisti hanno un ruolo molto importante è devono essere partecipanti attivi del cambiamento e si devono orientare verso un nuovo modo (che in realtà nuovo non è!) di progettare e realizzare gli edifici.
Quando si parla di architettura bioclimatica intendiamo progettare con il clima! Questo significa, studiare il contesto, il luogo, l’ambiente in cui stiamo realizzando un nuovo fabbricato, guardare come è orientato rispetto agli assi cardinale, quindi qual è il movimento del sole rispetto a quel luogo, dove sono collocate le montagne, come soffiano i venti, se sono presenti zone umide e così via.
Tutti questi aspetti sono alla base della progettazione architettonica bioclimatica e ci permettono di creare, all’interno del fabbricato, un certo microclima minimizzando il più possibile l’utilizzo degli impianti per raffrescare e riscaldare.
Parlare di bioclimatica oggi significa guardare ad una progettazione che sfrutti tutto ciò che la natura può dare in modo gratuito, ottimizzandone la resa attraverso la tecnologia di cui oggi disponiamo.
Le soluzioni che si adottano in architettura bioclimatica e suoi vantaggi
E’ in dubbio che il settore dell’edilizia sia una delle principali cause dell’inquinamento globale (gli edifici residenziali sono responsabili di una gran parte delle immissioni di CO2 in atmosfera!), se vogliamo ridurre questa tendenza dobbiamo adottare soluzioni più sostenibili e rispettose dell’ambiente. Dobbiamo creare delle “macchine” abitative che si rapportini in modo efficiente con l’ambiente, per fare questo noi progettisti dobbiamo abbottare strategie tecniche migliori, che si possono ad esempio ritrovare nei principi della bioclimatica.
In architettura bioclimatica si adottano quindi delle soluzioni di tipo passivo, sfruttando in inverno gli apporti gratuiti del sole, creando aperture in particolare a sud, per poi schermarle esternamente in estate e favorire invece la ventilazione naturale (ad esempio quella notturna); la scelta dei serramenti da utilizzare in un fabbricato è chiaramente fondamentale, perché ci permettono di sfruttare al massimo l’energia solare quando è necessario, ma devono essere in grado di schermare e isolare quando la stagione lo richiede.
Sia in inverno che in estate è sempre importate operare sulla coibentazione del fabbricato, questo ci permette di controllare lo scambio termico tra edificio e ambiente, limitando ancora una volta l’uso degli impianti.
Facciamo molta attenzione anche all’uso delle piante all’esterno, favorendo negli orientamenti a sud piante a foglia caduca, che d’inverno permettano il passaggio dei raggi solari e che in estate li schermino, mitigando anche il clima e controllando l’umidità.
Un aspetto da non sottovalutare è anche quello della forma del fabbricato, orientiamoci su edifici compatti che si comportano meglio dal punto di vista termico e quindi portano a minori consumi.
Possiamo applicare i principi dell’architettura bioclimatica anche nelle ristrutturazioni. Molte volte, soprattutto su fabbricati che hanno diversi anni, ci accorgeremo che a suo tempo sono stati pensati nel pieno rispetto dell’ambiente in cui sono stati edificati, e molto spesso ne hanno sfruttato le peculiarità.
Anche le funzioni all’interno dell’edificio, devono essere collocate in un certo modo, ad esempio per sfruttare al massimo l’utilizzo dell’illuminazione naturale.
Progettare secondo la bioclimatica significa, non solo creare ambienti con un maggior comfort interno e quindi maggior qualità di vita per gli abitanti, ma anche luoghi più rispettosi dell’ambiente perché meno inquinanti e meno impattanti (se riduco l’uso degli impianti produrrò sicuramente meno CO2!). Infine un aspetto sicuramente da non sottovalutare è che un tipo di fabbricato di questo tipo costerà certamente meno nella sua gestione (si risparmierà nella bolletta!).
Cosa posso fare per voi
Nel mio piccolo quando mi approccio ad un progetto, studio a fondo il contesto in cui mi trovo e cerco di sfruttare al massimo quello che l’ambiente offre, perché sono convinta che noi progettisti abbiamo una grande responsabilità attuale e futura, quella di cambiare direzione per lasciare a chi ci sostituirà, se non un mondo migliore, delle migliori pratiche progettuali con le quali lavorare, ripartendo da cose che abbiamo dimenticato, come ad esempio l’utilizzo dell’energia solare ed il recupero delle acque piovane.
Il mio obbiettivo è quello di creare edifici che siano energeticamente efficienti e il più possibile autosufficienti, partendo sempre dal luogo in cui siamo e dal rispetto delle sue caratteristiche naturali.